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Chi ben comincia #19

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Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri e ha lo scopo di presentare, ad ogni appuntamento, l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se l'eventuale lettura potrebbe risultare piacevole o meno.

Buona sera lettori! Come ogni lunedì, eccomi con un nuovo incipit da proporvi. Oggi ho scelto quello di un libro che, manco a farlo a posta, ho già da qualche tempo, ma che non ho ancora avuto il piacere di leggere. Penso il suo momento però non tarderà ad arrivare!


Alice nel paese della vaporità
di Francesco Dimitri

DIECI ANNI PRIMA


Ben aprì gli occhi e il buio rimase. Era cieco?
No, si disse.
Cento puntini gli ballavano sul naso. Bianchi e scarlatti e blu, illuminavano forme, illusioni che poco a poco prendevano sostanza. Ben non era cieco. Soltanto stordito.
Provò ad alzarsi ma la posizione era sbagliata. Era su un fianco e capovolto e qualcosa lo legava, qualcos'altro lo opprimeva. Si portò una mano al petto. Una cinghia ruvida gli correva addosso. Un grande pallone pieno d'aria lo schiacciava su un sedile.
La luce esplose, tanto intensa da abbagliarlo.
Poi tornarono i puntini. E il mondo era ancora annacquato, meglio di prima, ma annacquato. Era stato un ricordo. L'ultima cosa che ricordava: una luce gigantesca.
No. Non l'ultima.
Freneticamente Ben percorse la cinghia con una mano. Raggiunse un meccanismo, trovò una levetta. La cinghia fece clic e si allentò.
Dopo la luce c'erano state mani
(le mie mani)
che si aggrappavano al volante (stavo guidando) e sterzavano a sinistra, a tutta forza. Per un instante Ben si era diviso in due. Una parte di lui era convinta che un camion avesse invaso la sua corsia, e che sterzare fosse l'unico modo per evitarlo. Un'altra parte sapeva che l'idiota sul camion aveva solo gli abbaglianti accesi, niente di più, nessun problema, davvero. Ma se il Ben saggio aveva parlato, quello impulsivo non l'aveva ascoltato. Era stato lui ad agitare le mani come un ragazzino, a sterzare e sfondare il guardrail, finendo giù, giù nel bosco. E aveva visto il camion passare, enorme, e aveva saputo che qualcosa stava per andare veramente male. Nessun Ben aveva gridato, tutt'e due ammutoliti dall'evento in arrivo. E poi la macchina si era schiantata e gli airbag erano esplosi, e Ben era andato nel buio, e niente, in fondo, era successo. Quanto tempo era passato?
Adesso il mondo iniziava a farsi più chiaro. Un grosso ramo aveva sfondato il parabrezza, fermandosi a un soffio dal suo volto. Gli venne da ridere. È l'adrenalina. Chissà quanta ne ho pompata. Vero, aveva rischiato la pelle, e dire che papà si sarebbe incazzato non rendeva l'idea. Aveva preso un albero, la macchina era distrutta. Ma, e allora? Nessuno si era fatto male, non c'era niente di definitivo, niente di irreparabile. Una macchina si ricompra.
«Lilli, stai bene?» chiese Ben.
.
.
.
.
«...Lilli?» ripeté.


L'ultimo romanzo di Dimitri, L'età sottileè riuscito a conquistarmi incondizionatamente! E dire che avevo già quest'altro suo libro da un bel po'.
Mi sono fatta prendere un po' la mano e vi ho copiato le prime due pagine che racchiudono questa sorta di prologo. Io più che altro, mi sento confusa da questo inizio, ma penso sia quello il risultato che Dimitri voleva ottenere. Ho provato a leggere anche qualche altra pagina, ma la confusione persiste, però devo ammettere che per quanto strane, queste pagine mi hanno incuriosita e ho iniziato a pormi delle domande.Voi che ne dite? Siete d'accordo con me? Alla prossima!

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