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Chi ben comincia #23

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Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri e ha lo scopo di presentare, ad ogni appuntamento, l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se l'eventuale lettura potrebbe risultare piacevole o meno.

Buongiorno lettori! Ormai sto diventando brava con questa rubrica e non manco un lunedì! Oggi vi propongo l'incipit di un libro che mi è arrivato da poco tramite uno scambio. Ho visto che stava uscendo il seguito su un blog e sono rimasta molto affascinata dalla trama di questo primo volume, dunque me lo sono procurata.


Le parole segrete
di Joanne Harris

Le sette di un lunedì mattina, cinquecento anni dopo la Fine del Mondo, e i goblin erano stati di nuovo in cantina. La signora Scattergood, la padrona della Locanda dei Sette Dormienti, giurava che erano topi, ma Maddy Smith sapeva che non era così. Solo i goblin potevano aver scavato nel pavimento di mattoni. E poi, per quel che ne sapeva, i topi non bevevano birra.
Ma sapeva pure che nel villaggio di Malbry, così come in tutta la valle dello Strond, non si parlava mai di certe cose, compreso qualsiasi fatto curioso, misterioso o in qualche modo inusuale. Avere immaginazione era giudicato male quasi come darsi della arie. Perfino i sogni erano odiati e temuti, poiché era attraverso i sogni (o così diceva il Libro del Bene) che gli Illuminati erano arrivati al Caos; ed era nel Sogno che persisteva il potere delle Fate, in attesa dell'occasione di rientrare nel mondo.
E così gli abitanti di Malbry facevano di tutto per non sognare mai. Dormivano su assi anziché su materassi, evitavano le cene pesanti, e quanto alle storie della buonanotte... be'. I bambini di Malbry avevano molte più probabilità di sentire parlare del martirio di sant'Elmo o delle ultime Purificazioni dalla Fine del Mondo che di storie di magia dal Mondo Sotterraneo. Questo non vuol dire che la magia fosse scomparsa. In effetti, negli ultimi quattordici anni il villaggio di Malbry aveva assistito, in un modo o nell'altro, a più magia di ogni altro posto nei Mondi di Mezzo.
Ed era colpa di Maddy, ovvio. Maddy Smith era una sognatrice, le piacevano i racconti, e peggio; e in quanto tale era abituata a esse incolpata di qualsiasi cosa irregolare avvenuta nel villaggio. Se una bottiglia di birra cadeva da uno scaffale, se il gatto si infilava nella latteria, se Adam Scattergood lanciava un sasso a un cane randagio e colpiva la finestra, nove volte su dieci la colpa ricadeva su Maddy.
E se protestava, la gente diceva che aveva sempre avuto un temperamento irrequieto, che la loro sfortuna era cominciata il giorno in cui era nata e che non poteva venire niente di buono da una bambina che portava il marchio di una runa, quel segno rugginoso sulla mano della bambina Smith che alcuni vegliardi chiamavano la Ruina della Strega e che, per quanto si strofinasse, non voleva venir via.


Non so voi, ma a me di questo libro ispira ogni cosa. Titolo, copertina, trama... questo inizio. Spero che le mie sensazioni a riguardo siano giuste e che mi piacerà! Ci rimarrei male in caso contrario. Comunque in queste prime righe ci viene detto molto sulla protagonista Maddy e sul villaggio. Gli accenni alla magia e alla runa sulla mano di Maddy mi hanno messo una curiosità pazzesca!
Cosa ne pensate? Avete già letto il libro o avete in programma di farlo? Visto che è uscito già da un po' magari ne sapete più di me, fatemi sapere! Alla prossima!

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