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Chi ben comincia #10

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Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri e ha lo scopo di presentare, ad ogni appuntamento, l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se l'eventuale lettura potrebbe risultare piacevole o meno.

Buon pomeriggio ragazzi! È da un po' che non pubblico questa ormai diffusissima rubrica, un po' per le vacanze un po' perché non trovavo gli incipit giusti da presentarvi. Alla fine ce l'ho fatta ed eccomi con un nuovo appuntamento con l'incipit di un libro che è da poco entrato nella mia libreria. E strano ma vero, so già anche quale presentarvi la prossima settimana! Faccio progressi, visto?


La foresta degli amori perduti
di Carrie Ryan

Mia madre mi parlava sempre dell'oceano. Esiste un post, diceva, dove non c'è altro che acqua a perdita d'occhio, acqua in continuo movimento che si scaglia verso di te per poi ritrarsi. Una volta mi mostrò una foto, disse che era la mia bis-bis-bisnonna da piccola nell'oceano. Sono trascorsi anni, e la foto si è persa tra le fiamme molto tempo fa, ma la ricordo ancora, sbiadita e consunta. Una bambina circondata dal nulla.
Nei racconti di mia madre, tramandati dalla sua pluribisnonna, l'oceano aveva un rumore simile al vento tra gli alberi e gli uomini si spostavano sull'acqua. Una volta, quando ero più grande e il nostro villaggio attraversava una crisi di siccità, chiesi a mia madre perché, se esisteva una tale massa d'acqua, c'erano anni in cui i nostri ruscelli restavano quasi a secco. Lei mi disse che l'oceano non si può bere, che l'acqua è piena di sale.
È li che ho smesso di credere alle sue storie sull'oceano. Come può esserci così tanto sale nell'universo, e come può Dio permettere un tale spreco d'acqua?
Ci sono volte, però, in cui sono sul confine della Foresta degli amori perduti e guardo quello spazio selvaggio che si estende all'infinito, e mi chiedo come sarebbe se ci fosse acqua dappertutto. Chiudo gli occhi, ascolto il vento tra gli alberi e immagino un mondo fatto soltanto d'acqua che si richiude sulla mia testa.
Sarebbe un mondo senza gli Sconsacrati, un mondo senza la Foresta degli amori perduti.
Spesso mia madre è accanto a me, si tiene una mano davanti agli occhi per coprirli dal sole e scruta tra gli alberi e la boscaglia al di là della recinzione, in attesa di vedere se suo marito tornerà da lei.
È l'unica a credere che non si sia trasformato, che potrebbe tornare a casa nello stesso stato in cui se n'è andato. Io ho rinunciato a mio padre da mesi, ho sepolto il dolore della sua perdita il più possibile dentro di me per continuare a vivere. Ora mi spaventa, qualche volta, arrivare fino al confine della Foresta e guardare oltre il recinto. Ho paura di vederlo là insieme agli altri: vestiti a brandelli, pelle flaccida, quell'orribile gemito implorante e le dita scorticate a vivo a forza di strattonare le reti metalliche.


Lo so, mi sono dilungata un po' più del solito e vi ho trascritto la prima pagina e metà della seconda, però ci tenevo affinché la scena fosse completa. Che ne pensate? Io ho trovato questi primi paragrafi molto suggestivi e dettagliati. Mi hanno messo addosso una curiosità pazzesca e anche non poche aspettative insieme alla voglia di continuare a leggere ovviamente!
Voi cosa ne pensate? L'avete già letto o pensate di farlo? Spero vi siate goduti questo assaggio. Alla prossima!

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