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Talking about #12 Il finale di "Allegiant" (SPOILER)

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Talking about (parlando di) è una rubrica ideata da me. Ad ogni appuntamento tratterò di un argomento diverso. A volte vi proporrò delle top ten, a volte dei meme, a volte semplicemente vi parlerò di ciò che mi passa per la testa riguardo questa o quell'altra cosa, ovviamente e rigorosamente sempre a tema libresco.

Buongiorno ragazzi! Oggi ho pensato di fare un post un po' diverso dal solito come avrete capitolo dal titolo. Di solito nelle mie recensioni sto sempre bene attenta a non fare spoiler di alcun tipo, però ci tenevo a parlare e confrontarmi con voi riguardo al finale diAllegiantora che finalmente è arrivato anche nelle nostre librerie.
Io personalmente ho letto il libro praticamente subito quando è uscito in lingua proprio perché non volevo incappare in eventuali spoiler. Il finale mi ha sconvolta, ha lasciato un segno nella lettrice che c'è in me e l'ho davvero apprezzato molto. L'ho apprezzato ancora di più, però, quando ho scoperto che Veronica Roth - l'autrice - aveva creato un post nel suo blog per spiegare il proprio punto di vista a riguardo e il perché avesse deciso di prendere certe scelte.
Secondo me questo post scritto da Veronica, dovrebbero leggerlo tutti a prescindere da cosa pensano del finale. Così, ora che molti di voi ormai hanno letto il libro o lo stanno facendo, e quindi sono pronti a parlarne, ho pensato di tradurvelo in modo da poterne parlare insieme.

✻ ✻ ✻
attenzione
Di seguito trovate la mia personale traduzione di questo post scritto dall'autrice Veronica Roth sul suo blog personale.Se non avete letto Allegiant non leggete questo post perché contiene spoiler riguardo al finale. Se volete citare parte di questo testo, siete pregati di rimandare al mio blog dal momento che l'ho tradotto io.

«Nel mio gruppo di scrittura creativa al college, avevamo una regola: durante le sessioni, se qualcuno criticava la tua storia, non ti era permesso dire nulla. Questo per dare l'opportunità ai tuoi colleghi di interpretare il tuo lavoro senza essere messi in discussione; e anche perché il tuo punto di vista, la tua difesa, alla fine non contava nulla, anche se tu pensavi il contrario. Se le tue spiegazioni e intenzioni non sono chiare al lettore, ma sepolte all'interno nel testo, non è colpa del lettore, è colpa dell'autore.

Rispondere ai commenti dei lettori della saga di Divergent mi ha fatto sempre sentire un po' in questo modo, come se non dovessi essere io a dare spiegazioni, ma dovessi lasciare la gente parlare liberamente, anche se a volte certe critiche fanno male (e me ne fanno, sono solo una persona dopo tutto).

Quindi non è questo quello che sto cercando di fare adesso. Un sacco di persone mi hanno chiesto perché Tris muore alla fine di Allegiant, e quello che voglio fare è soltanto rispondere a questa domanda al meglio delle mie possibilità. Ma se siete preoccupati e magari avete l'impressione che stia cercando di impormi, per favore non continuate a leggere questo post - è l'ultima cosa che vorrei. Non voglio dirvi come leggere questi libri oppure dirvi che c'è solo un modo giusto di leggerli e interpretarli. Voglio solo offrirvi un resoconto personale sul come sono arrivata a scegliere di scrivere questo finale, se siete interessati a sentirlo. Prima di venire al dunque, ci tengo a dire un paio di cose:

1. Vi è permesso - anzi, vi incoraggio! - a continuare a sentirvi come già vi sentite o a pensarla allo stesso modo in cui già la pensate, riguardo al finale, senza dare troppo conto a quello che dice questo post. Io sono l'autrice, sì, ma questo libro è vostro quato mio adesso, e le nostre voci sono importanti allo stesso modo in questa conversazione.

2. Soltanto perché cerco di trasmettere qualcosa attraverso la mia scrittura, non vuole necessariamente dire che riesca a farlo bene, quindi è anche normale che magari pensiate "Ok, capisco quello che intendi, ma non penso che quello che hai cercato di fare abbia funzionato".

Ho già affermato in passato che questo finale è sempre stato parte del piano, ma una cosa che voglio sia chiara è che non l'ho scritto giusto per scioccare la gente, o per sconvolgerla, o perché sono cattiva e rude con i miei personaggi - no, no, no. Posso essere stata ingiusta con altri personaggi, in passato, ma non con lei, mai con lei. E non stavo pensando a nessuno dei miei lettori quando ho scritto questo libro; stavo pensando alla storia, perché cercare di andare incontro alle aspettative di così tante persone mi avrebbe paralizzata. Non esiste un modo per fare contenti tutti, perché il leggendario libro che contiene il finale che ogni persona adora, non può esistere - le persone vogliono cose diverse, ognuno di voi vuole cose diverse. L'unica cosa che io potessi fare era scrivere una storia onesta e fare del mio meglio.

Quello che succede ai genitori di Tris alla fine di Divergentè stato in qualche modo l'evento chiave su cui si è basata poi il resto della serie. Prima di allora, Tris aveva rifiutato i valori dei suoi genitori e i loro principi quando aveva scelto gli Intrepidi. In Divergent aveva cercato di riconciliare le sue due identità: la sua parte Abnegante, che Quattro le ricordava, e la sua parte Intrepida. È soltanto qualche attimo prima che sua madre sacrifichi la vita per la sua che Tris capisce come queste due identità in realtà si integrino insieme, riuscendo a combinare, grazie alla divergenza, altruismo e coraggio e l'amore per la sua famiglia insieme all'amore per la sua fazione. È un momento di trionfo seguito da un momento di devastazione totale, l'attimo in cui Natalie muore in modo da permettere a Tris di scappare. E non molto dopo viene anche il turno di Andrew.

Le morti dei genitori di Tris sono state delle rivelazioni, sia per Tris che per me. Per Tris, perché hanno risvegliato in lei quel potere che da un sacrificio nato dall'amore incondizionato; dopo infatti, si rifiuta di uccidere Quattro, essenzialmente preferendo dare la propria vita piuttosto che prendere la sua. In quel momento dice infatti qualcosa riguardo al potere del sacrificio, ma le sue azioni non si riflettono sulle sue intenzioni come dovrebbero - lasciarsi uccidere, in quel momento, magari sarebbe stato nobile sotto una prospettiva romantica, ma non avrebbe salvato gli Intrepidi dal siero di simulazione che li faceva comportare come zombie telecomandati, e non avrebbe nemmeno salvato Tobias dalla sua personale simulazione.

Le morti dei genitori di Tris mi hanno fatto capire che nonostante lei avesse abbandonato la loro fazione, non sarebbe mai stata in grado di separarsi davvero da loro, e che nemmeno avrebbe mai voluto farlo davvero; che il tormento del suo personaggio, la cosa a cui lei non sarebbe mai stata in grado di rinunciare, era trovare un modo per onorare i suoi genitori pur mantenendo la sua propria identità. Quello era il suo pensiero anche in Divergent, in modo meno marcato, ma poi è stato il suo chiodo fisso in modo molto più evidente in Insurgent.

Tris trascorre Insurgent tormentata dal dolore e dal senso di colpa per la morte dei suoi genitori e per la sua scelta di sparare a Will per salvarsi la vita (che è stato l'opposto di quello che ha fatto con Tobias, e che dimostra che non aveva ancora capito come non essere egoista a quel tempo). L'atto di "altruismo" che lei pensa di fare in Insurgent - quando durante lo scontro tra Eruditi e Intrepidi spia la conversazione di Max con Jack Kang disarmata, e il suo presentarsi successivamente al quartier generale degli Eruditi anche se le era stato chiesto di non farlo - erano azioni essenzialmente volte all'autolesionismo e non ad altro. Lei razionalizza queste azioni distruttive identificandole come altruiste, ma quando stanno per ucciderla, capisce che i suoi genitori non hanno dato le loro vite perché lei desse via la sua in quel modo, quando non era necessario. Capisce di aver voglia di vivere.

Esce fuori da quella situazione con una nuova consapevolezza: riesce finalmente a dare valore alla propria vita, inzia a voler risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza, riesce a capire la verità ovvero comprende di non aver ancora scoperto cosa per lei voglia dire essere altruista, e capisce che l'altruismo non per forza comporta l'annientazione di sé.

Questo è il modo in cui Tris si sentiva all'inizio di Allegiant. Non era più intenzionata a rischiare alla sua vita senza motivo. Ancora, dentro di lei, aveva luogo una lotta riguardo a ciò che credeva riguardo all'altruismo - e quando Caleb si offre volontario per la missione suicida, si domanda se sia motivato dall'amore o dal senso di colpa. Si domanda se sia giusto e se sia etico lasciare che Caleb si safrichi per tutto il resto del libro. E mentre combatte con se stessa cercando di decidersi, sta combattendo anche con la sua identità; il suo costante chiedersi cosa essere altruisti significhi davvero è strettamente legato alla sua concezione di sé. Finalmente ottiene una risposta quando si ritrova a correre con Caleb verso il Laboratorio Armamenti, e pensa:

Lui è parte di me e sempre lo sarà. E anch'io sono parte di lui. Non appartengo agli Abneganti, né agli Intrepidi e neanche ai Divergenti. Non appartengo al Dipartimento o all'esperimento o alla Periferia. Io appartengo alle persone a cui voglio bene e loro appartengono a me. Loro, e l’amore e la lealtà che provo verso di loro, definiscono la mia identità molto più di quanto potrebbe farlo qualunque termine o gruppo."

Dopo questa riflessione, Tris assume lo stesso ruolo che i suoi genitori hanno avuto per lei quando sono morti. Lei sceglie di dare la sua vita per Caleb anche se lui l'ha tradita, allo stesso modo in cui i suoi genitori hanno dato le loro vite per lei dopo che aveva scelto di lasciarli per gli Intrepidi.

Ma questa volta, diversamente da Insurgent, l'atto non è autolesionistico. La capacità di Tris di resistere e di non lasciarsi sopraffare dai sieri (come le era successo con il siero della paura degli Intrepidi e dopo con quello della verità dei Candidi) funziona in un certo senso anche perché lei vuole che funzioni (come ad esempio con il siero dei Pacifici). Quindi quando affronta il siero della morte fuori dal Laboratorio e il siero non la uccide, ciò dimostra che lei non stava cercando la propria distruzione. Che il suo davvero altro che non era un atto d'amore per Caleb.

Alla fine, ha quella conversazione con David in cui gli dice ciò che pensa riguardo al sacrificio, che deve venire dall'amore, dalla necessità. Quella era una Tris che finalmente conosceva il modo giusto in cui credere nell'altruismo. Una Tris che sapeva chi era. Che sapeva ciò che voleva. In ogni libro lei ha cercato di emulare il sacrificio dei suoi genitori, ma ogni volta sembrava non capirne davvero l'entità, fino ad Aleggiant. Ed è in Allegiant, quando ha una forte consapevolezza della sua identità, quando ha una chiara comprensione di quello che lei (e i suoi genitori) intendevano per altruismo, che il suo viaggio si conclude.

Ho pensato più volte di intervenire e di salvarla da quella situazione sconveniente. Ci ho pensato e ci ho sofferto. Ma ai miei occhi, farlo mi avrebbe fatta sentire disonesta ed emozionalmente manipolativa. Questa era la fine che lei aveva scelto, e io ho capito che si era meritata un finale forte come lo era stata lei.

In Insurgent, quando sta per essere uccisa, urla nel vuoto "Non ho ancora finito!"

In Allegiant, chiede a sua madre "Ho finito ora?"

E sua madre le risponde "Sì. La mia cara bambina, sei stata così brava."

Capisco perfettamente come si possa essere sconvolti dalla perdita di un personaggio a cui si tiene, e sono così felice che voi teniate a lei, perché anche io ci tengo. Sono fiera di come questo finale rispecchi quelli degli altri libri, del modo in cui rifletta le perdite, del modo in cui mostra di che pasta è davvero fatta Tris e del modo in cui riesce a concludere il suo processo di trasformazione. Penso che il suo amore per il fratello sia bello, forte.

Ho visto una certa quantità di reazioni svariate al libro, e io le accetto e rispetto tutte. Ma il mio sentimento personale a riguardo non cambia. Lei mi mancherà, mi mancherà la voce di Tris nella mia testa. Ma sono davvero, davvero fiera della sua forza.»

✻ ✻ ✻

Ebbene ragazzi cosa ne pensate? A voi è piaciuto questo finale o no? Approvate le scelte che ha fatto Veronica? Cosa pensate di queste sue parole? Io posso solo dirvi che dopo aver letto questo post l'ho solo ammirata ancora di più. Per scrivere un finale come quello ci vogliono le palle e Veronica le ha tirate fuori ed è stata capace di fare quello che - anche secondo me - era più giusto per la trama.
Ovviamente ho sofferto anche io. Per la seconda volta nella mia vita ho pianto leggendo un libro - e questo la dice lunga - però del resto sentivo che era così che doveva andare, sapevo che era la cosa giusta. Ho apprezzato il messaggio di Veronica e ho sofferto insieme a Quattro, ho sentito il vuoto che sentiva anche lui e quando c'è stata la scena del siero della memoria ho davvero temuto che avrebbe ceduto - e quello sì che l'avrei trovato di cattivo gusto - per fortuna però così non è stato. Anche lui alla fine sceglie di essere forte. La scena conclusiva poi, in cui Quattro sparge le ceneri di Tris, è stata bella quanto straziante.

Insomma, inutile che ci stia a girare intorno, a me Allegiant (qui trovate la mia recensione)è piaciuto, ma non solo per il finale, ma proprio per il significato del libro in sé che mi ha fatto vedere tutta la saga con occhi diversi.

Aspetto con ansia di sapere anche il vostro pensiero e spero abbiate gradito questo post e la mia traduzione (visto che c'ho messo più di un'ora a farla). Alla prossima!

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